Giorno 3 Pechino

La Grande Muraglia – Ravioli a Pechino

 

Chi non sale sulla Grande Muraglia non è un vero eroe“. Con questa frase, Mao Zedong voleva far intendere che chi non è in grado di superare le difficoltà non può considerarsi un vero uomo.

la grande muraglia di giorno

La Grande Muraglia

La sveglia alle 7 e l’arrivo al punto di incontro in perfetto orario, già preannunciano che possiamo considerarci degni di salire su questo portento dell’uomo. L’incontro è davanti a un hotel, ma ovviamente alla reception di questo hotel non sanno darci le indicazioni per arrivare di fianco al loro stesso hotel.

 

Amo i cinesi… non sanno cosa chiedi, non sanno come risponderti, ma lo fanno ugualmente.

Tutt’altra cosa è Fred, la nostra guida cinese che, in un pullman quasi totalmente di cinesi, ci parla in un inglese perfetto e dimostra di essere di una precisione da regime.

Si parte e ci impieghiamo quasi due ore, oggi è festa nazionale, le strade sono un delirio a Pechino ma, una volta arrivati a destinazione, le indicazioni da parte di Fred sono poche, chiare e utili. Abbiamo i biglietti per andare dove ci pare, abbiamo circa 4 ore, e se non siamo puntuali il pullman ci lascia lì senza un pensiero.

Si può salire a piedi lungo un sentiero composto da oltre 4000 scalini, ma scegliamo saggiamente di prendere la funivia e, una volta sopra, percorrere La Grande Muraglia è un sogno.

Il muro senza fine si vede dalla luna?

Una delle sette meraviglie del mondo moderno, iniziata 2500 anni fa. La sua lunghezza originaria era quasi quanto la metà della circonferenza dell’Equatore. Si stima circa un milione di morti per costruirla, i cui cadaveri furono usati come materiale insieme a sabbia e pietre. I suoi attuali 8850 km oggi sono infatti considerati il più lungo cimitero della Terra. La sua manutenzione è cominciata solo un secolo fa e un terzo andrà comunque perduto nei prossimi decenni a causa delle intemperie meteorologiche. 

In cinese è più comunemente nota come Chángchéng, “lungo muro” che in senso figurato prende il significato di “muro senza fine”.

Ha quasi dell’irreale, a perdita d’occhio, serpeggiante! Il suo tracciato è modellato sulle asperità del terreno, con pendenze anche superiori al 70%

Mi affaccio dalle merlature e dalle torri, costruite in modo da rendere facili le segnalazioni, guardo le montagne che la circondano. Sono bellissime, sono enormi, sono impervie, e dall’altra parte so che c’è la Mongolia, il motivo per cui questa meraviglia è stata costruita.
Mi immagino Gengis Khan che la sorpassa con il suo esercito, l’unico nella storia ad esserci riuscito.

Diventa successivamente il simbolo nazionale perché, se da un lato rappresenta l’unità del territorio, dall’altro separa la Cina dal resto del mondo, permettendo di preservare la propria identità culturale e mantenere gli invasori all’esterno, fin dal periodo delle Primavere e degli Autunni.

La funivia ci lascia alla Torre 16 e noi camminiamo quasi agilmente fino alla 20, ma dalla Torre 19 comincia una salita di gradini che toglie il fiato. Le persone li salgono con grande fatica e li scendono con enorme terrore… e quando sei su, eccolo, un panorama che lascia allibiti, in silenzio, mentre il sudore cola sulla fronte e sulla schiena. Solo il nostro però, perché questi non sudano neanche a spremerli.

La giornata è estiva, il cielo limpido e terso, e mi piace pensare che mi possano osservare anche dalla Luna, nonostante sia stato ampiamente smentito che questa opera d’arte sia visibile dallo spazio.

grande muraglia tramonto

Torniamo indietro, la vista sembra quasi cambiare ma è solo merito della luce. Sorpassiamo la Torre 16 e andiamo fino alla 10, per poi arrenderci per la stanchezza e decidere di tornare al punto di ritrovo, dopo appena 4 chilometri di camminata.

Durante il ritorno in pullman ci rendiamo conto che siamo distrutti, e che siamo in estasi. Penso alla Abramovic che con Ulay, l’amore della sua vita, hanno camminato partendo ognuno dai due estremi opposti della muraglia per poi incontrarsi a metà strada. Aldilà delle reali vicende che hanno motivato la fine della loro relazione, non la biasimo se, dopo 3 giorni di quella tortura così affascinante, abbia deciso di lasciarlo.

Finalmente ravioli a Pechino

E siccome siamo stati degli eroi anche agli occhi di Zedong, stasera ci meritiamo il ristorante specializzato in ravioli che sta dietro la piazza principale di Pechino. Peccato però che, essendo la festa nazionale, quella fermata della metro sia chiusa per ragioni di sicurezza, così scendiamo alla successiva e non ci resta che farla a piedi. Maledetti! 

E scopriamo che poi invece li dobbiamo ringraziare, perché ci avventuriamo nei vicoli del centro capitolino, e la quiete ci avvolge. Botteghe di ogni genere, lanterne accese di tanto in tanto per fare luce in strade senza lampioni, piccoli gruppi di abitanti che chiacchierano seduti fuori dalle porte delle loro case.

Una magia che ci rilassa, prima di gettarci nella bolgia di una strada principale. Sono tanti, meno del previsto, ma comunque veramente tanti, e noi siamo in due.

Ci guardano, qualcuno ci fotografa col cellulare cercando di non farsi notare, forse perché abbiamo degli occhi troppo grandi, forse perché abbiamo la barba, forse perché siamo evidentemente di un’altra etnia. Ma ci ignorano anche, che fa pure piacere.

Pechino by night

La cena è superlativa. Le signore nella cucina a vista preparano e chiudono ogni raviolo, il sapore è eccezionale, il tutto accompagnato da un riso alla cantonese che non ce n’è per nessuno!

ravioli di carne al vapore

Torniamo verso casa, con un altro giro nelle strade in penombra, dove i bagni pubblici sono quelli di cui le case dei residenti sono sprovviste, dove il senso del pericolo non si avverte mai neanche per un momento.
È una Cina lontana da ciò che immaginavo, se considero le nuove generazioni, è una Cina che rispecchia l’idea che avevo se ne osservo le vecchie, è una Cina che sta cambiando, e anche velocemente. Un popolo che manutiene quel muro con tanto orgoglio, ma che lo guarda anche sgretolarsi con un sorriso a ciò che c’è dall’altra parte.

Buona notte Pechino, e intanto grazie per questo palato soddisfatto e questo cuore traboccante di emozioni. Domani poi penserò all’acido lattico che mi paralizzerà le gambe.

panorama notturno di pechino

Se ti è piaciuto il racconto di questo terzo giorno in compagnia di Emanuele e Paolo puoi scoprire la loro avventura nella Terra di Mezzo leggendo l’arrivo a Pechino e il secondo giorno al Palazzo d’Estate.

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